Dopo anni di rinvii, polemiche, dossier tecnici, governi favorevoli e altri più cauti, sembra davvero giunta l’ora: la partenza del cantiere per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina sembra ormai imminente.

Un’opera ingegneristica colossale che, fin dalla sua prima ideazione, ha diviso l’opinione pubblica, innescando un acceso dibattito tra sostenitori convinti e oppositori determinati.

Ma cosa ne pensano davvero gli italiani?

Secondo un recente sondaggio dell’istituto demoscopico Lab21, realizzato per conto di Affaritaliani e diretto da Roberto Baldassarri, la maggioranza del campione interpellato si dichiara favorevole alla costruzione del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria: il 62,4% dice sì, mentre il 37,6% rimane contrario.

Il sondaggio, però, non si limita a un semplice "sì" o "no", ma scende nel dettaglio delle motivazioni di chi è favorevole e di chi si oppone.

I favorevoli: sviluppo, collegamenti e simbolo del cambiamento

Tra i motivi principali di chi appoggia la realizzazione del Ponte spiccano:

  • riduzione dei tempi di viaggio e miglioramento dei collegamenti tra Sicilia e resto d’Italia (32,1%);
  • spinta allo sviluppo economico del Sud (23%);
  • valore strategico e simbolico, anche nella lotta alla criminalità organizzata (19,7%);
  • ottimizzazione del trasporto merci (12,4%);
  • incremento del turismo (11,3%);
  • altre motivazioni (1,3%).

Una fotografia, questa, che mette in luce non solo l’aspetto funzionale dell’opera, ma anche la sua valenza simbolica e strategica per il Mezzogiorno.

I contrari: costi, ambiente e rischio sismico

Sul fronte opposto, chi dice no al Ponte solleva criticità altrettanto significative:

  • costi elevati e incognite sui finanziamenti (29,8%);
  • impatto ambientale (21,2%);
  • assenza di infrastrutture complementari (20,3%);
  • rischi sismici e idrogeologici (19,7%);
  • dubbia utilità dell’opera (8,3%);
  • motivazioni varie (0,7%).

Anche qui, il quadro restituisce un ventaglio ampio di perplessità, che spaziano dall’aspetto economico a quello ambientale, fino alla concreta utilità dell’opera in un contesto infrastrutturale ritenuto da molti ancora fragile.

Sondaggi a confronto: chi ha ragione?

Va però sottolineato che i dati di Lab21 risultano diametralmente opposti a quelli di un altro sondaggio, condotto da Demos per la Repubblica e pubblicato l’11 agosto.

In quel caso, solo il 28% degli intervistati si era detto favorevole al progetto, mentre la maggioranza assoluta si era espressa in senso contrario.

Dati che, sempre secondo Demos, evidenziano come «in nessuna area d’Italia il consenso raggiunga la maggioranza».

Una divergenza che suggerisce cautela: i sondaggi, per quanto utili strumenti di analisi, non sono sentenze inappellabili.

I pareri possono cambiare, spesso anche rapidamente, specie su tematiche complesse e fortemente politicizzate come questa. E non va escluso che certe rilevazioni vengano talvolta utilizzate anche come strumenti per rafforzare posizioni o orientare il dibattito pubblico.

Un tema che divide, ma che interessa (e molto)

Una cosa, tuttavia, è certa: il Ponte sullo Stretto di Messina continua a far discutere, affascinare, dividere. Non solo in Italia.

L’approvazione del progetto definitivo da parte del Cipess ha attirato l’attenzione di numerose testate internazionali, segno che l’interesse su questa infrastruttura va ben oltre i confini nazionali.

Il cantiere è pronto a partire. Il dibattito, probabilmente, non si fermerà mai.