Dal 9 settembre 2025, la linea storica Napoli–Salerno è interrotta nel tratto compreso tra Torre Annunziata e Santa Maria la Bruna, a causa di un edificio pericolante a ridosso dei binari.

Una situazione che, a oltre un mese di distanza, continua a generare forti disagi per migliaia di pendolari, studenti e lavoratori dell’area vesuviana e dell’hinterland salernitano.

Il traffico ferroviario, fondamentale per collegare il capoluogo campano al Salernitano, è bloccato per un problema strutturale che coinvolge un immobile privato: uno scenario già visto lo scorso anno, quando un episodio analogo paralizzò la linea per nove mesi nella zona di Vietri sul Mare, e più di recente, tra giugno e settembre, per lavori programmati tra Nocera e Salerno.

A nulla sono valse, finora, le ordinanze del Comune di Torre Annunziata, che impongono ai proprietari dell’edificio di intervenire con la messa in sicurezza. Né si è arrivati a un accordo con i privati per consentire a RFI il ripristino della linea.

Nel frattempo, il sistema di bus sostitutivi attivato su gomma si è rivelato insufficiente. I comitati dei pendolari denunciano corse irregolari, mezzi sovraffollati e fermate saltate per impossibilità a far salire ulteriori passeggeri.

“I tempi di percorrenza si sono allungati da una a due ore e oltre” – dichiara Emidio Ventre, portavoce del comitato dei pendolari – “Paghiamo l’abbonamento per un servizio che non c’è. Serve l’intervento del Prefetto: non possiamo restare ostaggi dell’inazione di un privato”.

Il disagio non riguarda solo i residenti. Anche le attività turistiche dell’area stanno risentendo pesantemente della situazione.

A lanciare l’allarme è Agostino Ingenito, presidente di ABBAC, l’Associazione che riunisce Bed and Breakfast, Affittacamere e Case Vacanza: “È l’ennesimo colpo a una linea vitale per il turismo. RFI intervenga subito: non si può paralizzare così una tratta strategica per pendolari, studenti e visitatori”.

Nel frattempo, RFI ha presentato formale denuncia alla Polfer, non solo per l’interruzione del servizio pubblico, ma anche per l’omissione degli interventi di messa in sicurezza.

La società ha ribadito la propria piena collaborazione con l’autorità giudiziaria, sottolineando l’urgenza di ripristinare la circolazione ferroviaria in condizioni di sicurezza.

Una vicenda che, ancora una volta, riporta alla luce le criticità della gestione dell’infrastruttura ferroviaria in presenza di ostacoli di natura privata, ma con impatti pubblici enormi.

E mentre si cerca una via d’uscita tra ordinanze, ricorsi e denunce, a farne le spese – come spesso accade – sono i cittadini.