Mentre in Italia il dibattito sul Ponte sullo Stretto continua a infiammare politica, opinione pubblica e perfino la Corte dei Conti, a poche migliaia di chilometri di distanza Spagna e Marocco lavorano in sordina a un progetto che, per portata e ambizione, surclassa qualsiasi discussione nostrana: un tunnel ferroviario sotto lo Stretto di Gibilterra.

Parliamo di una galleria di circa 28 chilometri, di cui 14 completamente in immersione, pensata per connettere in via stabile Europa e Africa lungo il corridoio TEN-T Atlantico.

I primi stanziamenti risalgono al 2023 e, almeno sulla carta, l’obiettivo sarebbe inaugurare l’opera in tempo per i Mondiali di calcio del 2030, che Spagna, Portogallo e Marocco ospiteranno in forma congiunta. Un traguardo più simbolico che realistico, ma sufficiente a far capire il peso politico del progetto.

Altro che Stretto di Messina discusso da duemila anni: lo scenario che si apre tra Tarifa e Tangeri punta a ridisegnare i collegamenti tra due continenti.

Un’idea che ritorna: dal cassetto alla pianificazione tecnica

Il collegamento stabile tra Europa e Africa non è una novità: se ne parla da decenni, spesso senza mai superare la fase preliminare. Oggi però lo scenario è cambiato.

Il dossier è tornato sul tavolo grazie a una collaborazione rafforzata tra Madrid e Rabat, che vedono nell’infrastruttura un volano per scambi commerciali, turismo e integrazione economica.

Le criticità che rendono impossibile la soluzione “ponte” sono note: lo stretto misura sì appena 14 chilometri nel suo punto più breve, ma raggiunge profondità superiori ai 900 metri, presenta correnti fortissime e un rischio sismico significativo.

Da qui la scelta, quasi obbligata, per un collegamento sotterraneo, sul modello del Tunnel della Manica, ma tecnicamente molto più complesso.

Studi in corso e primi fondi: l’asse tecnico Spagna–Marocco prende forma

Nel 2023 i due Paesi hanno stanziato 2,3 milioni di euro per aggiornare le indagini geotecniche. Lo studio di fattibilità è stato affidato alla tedesca Herrenknecht, nome di riferimento nella costruzione di TBM e già coinvolta nel nuovo tunnel del Moncenisio, insieme alla spagnola Ineco, specializzata in grandi infrastrutture di trasporto.

Oggi un comitato tecnico congiunto sta definendo tracciati, soluzioni ingegneristiche, costi e tecnologie di scavo più adatte a un contesto geologico tra i più complessi al mondo.

L’infrastruttura, se realizzata, diventerebbe uno dei collegamenti ferroviari più iconici del XXI secolo: una porta stabile tra due continenti e un tassello strategico nella rete TEN-T.

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