C’è un futuro ferroviario per il Cadore? La domanda resta aperta e divide opinioni.

Da una parte il presidente della Regione, Luca Zaia, che spinge con decisione per il ritorno del treno, dall’altra i dati elaborati da Rete Ferroviaria Italiana, che sembrano andare in direzione opposta.

Secondo uno studio realizzato da RFI a fine 2024 che al momento sembra aver messo una pietra tombale sull'opera, servirebbero tra 1,2 e 1,4 miliardi di euro per ripristinare il collegamento ferroviario verso Cortina e Dobbiaco, a fronte di un bacino d’utenza molto ridotto: tra Ponte nelle Alpi e Calalzo, infatti, sono appena un centinaio i viaggiatori che usano regolarmente il treno.

Per questo, l’orientamento attuale sembra quello di potenziare i collegamenti su gomma, evitando di investire in un progetto che, con i presupposti attuali, risulterebbe poco sostenibile. L’unica via per rimettere in gioco l’opzione ferroviaria sarebbe una profonda revisione dell’intero piano.

Un progetto da ripensare

Una proposta alternativa arriva da Massimo Bortoluzzi, consigliere provinciale con delega ai Trasporti, che immagina un collegamento con una prospettiva più ampia secondo quanto riporta il Corriere del Veneto nella sua edizione odierna.

«Se vogliamo una ferrovia che funzioni – spiega – non possiamo limitarci a un percorso chiuso all’interno del nostro territorio. Serve un collegamento verso Nord, che guardi all’Europa centrale, come avviene al Brennero, dove le linee sono redditizie proprio perché vanno oltreconfine. Un semplice anello interno non avrebbe abbastanza utenza: dobbiamo pensare a una linea attiva tutto l’anno, utile sia per i residenti sia per i turisti».

Fino a Innsbruck passando per Cortina

Partendo da questo ragionamento, Bortoluzzi ipotizza una linea che colleghi Belluno a Innsbruck, passando per Cortina.

«Naturalmente – precisa – bisogna confrontarsi con le comunità locali. Se immaginiamo un treno che si fermi in decine di stazioni prima di arrivare a Cortina, i tempi di percorrenza diventerebbero poco competitivi. Diverso sarebbe progettare una linea veloce, che in mezz’ora porti a Cortina e in circa un’ora raggiunga Innsbruck. In questo modo, però, si escluderebbero località come Perarolo e Pieve di Cadore, che verrebbero bypassate. Sono scelte delicate, da valutare con attenzione: nessuno è contrario a nuove infrastrutture, ma devono portare benefici reali al territorio e a chi ci vive».

Parallelamente, Bortoluzzi sottolinea la necessità di continuare a migliorare i servizi su gomma, per garantire un equilibrio tra mobilità locale e turismo. Quanto ai finanziamenti, l’idea sarebbe quella di intercettare fondi europei, sfruttando eventuali opportunità che potrebbero arrivare da Bruxelles.