La misura è colma. Non usa mezzi termini l’assessore ai trasporti della Regione Umbria, Francesco De Rebotti, nel denunciare la situazione sempre più difficile a bordo del treno regionale veloce RV 4514 delle ore 17, in partenza da Roma Termini verso Foligno.
Una linea strategica, utilizzata ogni giorno da centinaia di pendolari umbri in rientro dal lavoro o dall’università nella Capitale, ma che da settimane presenta problemi di sovraffollamento al limite della sostenibilità.
A innescare le criticità, la nuova fermata di Orte introdotta con il cambio orario, su richiesta della Regione Lazio e con l’assenso dell’Umbria.
L’obiettivo, condiviso da entrambe le amministrazioni, è quello di offrire una connessione migliore ai pendolari del nord Lazio, diretti verso Viterbo o il sud del Reatino.
Tuttavia, l’effetto collaterale è evidente: il treno è ora troppo affollato. I posti a sedere risultano esauriti già alla fermata di Roma Tiburtina, lasciando numerosi viaggiatori umbri costretti a rimanere in piedi fino a Terni, Spoleto e Foligno.
Una situazione che De Rebotti ha voluto toccare con mano, salendo personalmente sul treno venerdì 17 ottobre, come raccontato in un video pubblicato sui propri canali social.
“Sono al binario 1 Est della stazione Termini – spiega l’assessore – sono venuto a verificare di persona le problematiche sul treno delle 17 dove è stata autorizzata la nuova fermata di Orte”.
Prima della “trasferta” su rotaia, l’assessore aveva già incontrato i vertici di Trenitalia per presentare una proposta concreta: aumentare il numero di carrozze del convoglio, così da assorbire la nuova domanda senza penalizzare gli utenti umbri.
“C’è un problema di sovraffollamento evidente – sottolinea – e la soluzione è sul tavolo: aggiungere delle carrozze”.
Il messaggio a Trenitalia è chiaro: “O si interviene subito, o saremo costretti a riconsiderare la fermata a Orte”.
Una misura, precisa De Rebotti, pensata per favorire i pendolari del sud dell’Umbria oltre che quelli del Lazio, ma che rischia di diventare insostenibile senza adeguati correttivi.
L’intervento si chiude con una nota personale: “Volevo vedere da vicino le condizioni dei pendolari, come facevo da studente universitario a Roma 35 anni fa.
Allora questi problemi non c’erano”. Ora la palla passa a Trenitalia, chiamata ad agire per garantire un servizio dignitoso a tutti i viaggiatori della tratta.