
Una decisione destinata a far discutere quella pronunciata dal Tribunale civile di Lodi, che ha condannato Rete Ferroviaria Italiana al risarcimento dei danni per la morte di Elisa Conzadori, la 34enne di Pizzighettone deceduta il 15 agosto 2020 dopo essere stata travolta da un treno al passaggio a livello di Maleo mentre attraversava con la sua Citroën.
Il giudizio civile ha riconosciuto le ragioni del convivente, dei genitori e della sorella della vittima, individuando una responsabilità diretta di RFI come custode dell’infrastruttura.
Una ricostruzione opposta al procedimento penale
La sentenza si colloca in controtendenza rispetto al procedimento penale, concluso con un’archiviazione. In quella sede l’attenzione era stata rivolta agli operai che, nei giorni precedenti l’incidente, avevano effettuato interventi sui quadri elettrici del passaggio a livello. Il giudice penale aveva escluso qualsiasi malfunzionamento dell’impianto.
Nel processo civile, invece, la ricostruzione cambia radicalmente: secondo la giudice, al momento del passaggio dell’auto di Elisa la semibarriera era alzata e mancavano sia i segnali luminosi sia quelli acustici.
Una tesi sostenuta dalla famiglia e confermata anche da automobilisti in coda sull’altro lato, che avrebbero visto la sbarra abbassarsi e poi rialzarsi inspiegabilmente.

Responsabilità oggettiva e nuova perizia
L’azione contro RFI si fondava sull’articolo 2051 del Codice Civile, che stabilisce una forma di responsabilità oggettiva per il custode di un bene. Non è dunque necessario dimostrare una colpa penale: basta provare che la cosa abbia causato il danno.
La giudice ha disposto una nuova perizia tecnica, ritenendo poco plausibili le conclusioni del procedimento penale e relegando a ipotesi quelle versioni sugli impianti che non lasciavano spazio a guasti.
Un riconoscimento che restituisce pace alla famiglia
Per i familiari e il fidanzato di Elisa, da anni impegnati a ricostruire la verità sull’accaduto, la decisione del Tribunale rappresenta un punto fermo. Una sentenza che – oltre al risarcimento – restituisce dignità alla loro richiesta di giustizia e al ricordo della giovane scomparsa.
Foto di repertorio