Quella di ieri è stata una delle giornate più difficili degli ultimi anni per il sistema ferroviario italiano.
Una vera e propria débâcle su più fronti, con disservizi, ritardi e cancellazioni che hanno interessato ampie porzioni della rete, da nord a sud.
Una giornata così complessa non si vedeva da tempo e, a peggiorare ulteriormente la situazione, sono intervenuti anche fattori esterni come incendi lungo i binari, che hanno reso ancora più ingestibile un quadro già compromesso.
Il punto più critico si è registrato sull’Alta Velocità Roma–Napoli, dove la circolazione è rimasta fortemente rallentata a partire dalle 17:00 a causa di un guasto a un treno Italo nei pressi di Anagni (FR).
Fortunatamente, tutti i servizi di bordo – inclusa l’aria condizionata – hanno continuato a funzionare, e ai passeggeri saranno riconosciuti sia i rimborsi previsti che un voucher del 100%.
Tuttavia, il danno è stato significativo: ritardi fino a 120 minuti che si sono propagati a catena su tutta la linea, coinvolgendo anche convogli Intercity e regionali.
Problemi gravi anche sulla direttrice Alta Velocità Milano–Bologna, a causa di un altro guasto tecnico verificatosi a Reggio Emilia.
Ritardi fino a 50 minuti e la cancellazione parziale di un treno Milano–Pescara delle 17:30, soppresso tra Reggio Emilia e Bologna.
Anche il nodo di Verona ha vissuto momenti difficili, con un problema tecnico a Verona Porta Nuova che ha rallentato pesantemente la circolazione e causato ritardi fino a 90 minuti.
A complicare ulteriormente il quadro, diversi incendi lungo la rete: tra Rocca d’Evandro e Tora i treni, inclusi quelli Alta Velocità e Intercity, hanno accumulato fino a 100 minuti di ritardo.
Disagi simili anche tra Porto d’Ascoli e Alba Adriatica, dove i ritardi sono arrivati a 45 minuti, con punte superiori per due treni AV.
Questi eventi dimostrano con chiarezza una realtà spesso ignorata: finché tutto funziona, la rete regge e il sistema appare efficiente.
Ma basta un guasto, un inconveniente tecnico o un evento esterno per far emergere tutte le fragilità di un'infrastruttura che spesso manca di resilienza.
Il risultato? Il caos. Quando la rete entra in crisi, la gestione del traffico ferroviario diventa estremamente complicata, i disagi si moltiplicano e i passeggeri si trovano in balia di ritardi e cancellazioni, senza alternative rapide o strutture adeguate a contenere l’emergenza.
È un campanello d’allarme che non si può ignorare. Servono investimenti mirati, manutenzione costante e una maggiore capacità di risposta alle emergenze, perché eventi una volta straordinari stanno drammaticamente diventando la norma.