«Da anni la Regione Abruzzo sottrae risorse ai cittadini per destinarle alla società privata Trenitalia».
È l’accusa lanciata dalla Federconsumatori Abruzzo attraverso una nota firmata dal responsabile mobilità Tino Di Cicco, che parla di una «grave penalizzazione» per l’utenza regionale sul fronte del trasporto ferroviario, in particolare lungo la dorsale Adriatica.
Secondo l’associazione, i problemi principali riguardano due direttrici: Pescara–Foggia e, in misura ancora più evidente, Pescara–Bologna/Milano.
«Spariti i regionali diretti tra Pescara e Foggia»
Di Cicco ricorda che per decenni la relazione Pescara–Foggia è stata servita da treni regionali diretti molto utilizzati, ma oggi non esiste più alcun collegamento senza cambi: «I passeggeri sono costretti a servirsi di un primo treno Pescara–Termoli e di un secondo Termoli–Foggia».
Una soluzione definita «unica in Italia» e fortemente penalizzante: il servizio è peggiorato, i costi di gestione sono aumentati e, soprattutto, si spinge l’utenza verso Frecce e Intercity, con tariffe anche due o tre volte superiori rispetto ai regionali.
«Frecciarossa solo di nome: prezzi da Alta Velocità, ma standard da regionale»
Ancora più critica, secondo Federconsumatori, è la situazione lungo l’asse Pescara–Bologna–Milano. «Gli abruzzesi subiscono decisioni dannose prese dal monopolista Trenitalia, senza alcuna possibilità di difesa», si legge nella nota.
Sotto accusa i convogli Frecciarossa: «Un nome scelto solo per giustificare tariffe pari o superiori a quelle delle vere Frecce sulla Roma–Milano», afferma Di Cicco. In realtà, la velocità media dei treni adriatici è di 107 km/h, contro i 220 km/h dell’Alta Velocità, con materiale rotabile «di qualità nettamente inferiore» (in Adriatica circolano gli ETR 500 e gli ETR 600, ndr).
Il risultato, denuncia l’associazione, è un’offerta insufficiente nei periodi di maggiore mobilità – festività, ponti e vacanze estive – al punto che «più di un viaggiatore diretto da Milano a Pescara si è trovato senza posto a bordo, costretto a pernottare a Milano e ripartire il giorno dopo».
«Seguire l’esempio delle Marche: servono regionali veloci»
Federconsumatori individua però una possibile soluzione, ispirata al modello già adottato nelle Marche, dove sono stati introdotti 11 collegamenti regionali veloci tra Ancona e Piacenza (351 km).
«L’Abruzzo potrebbe attivarne almeno due tra Pescara e Bologna (350 km)», propone Di Cicco, «oppure chiedere che una parte dei collegamenti marchigiani parta direttamente da Pescara».
Un’operazione che avrebbe due effetti: potenziare l’offerta per i cittadini e trattenere le risorse economiche nella disponibilità regionale. «Se un abruzzese utilizza un treno regionale, l’incasso resta alla Regione Abruzzo; se viaggia su Frecce o Intercity, i ricavi finiscono a un’impresa privata», sottolinea la nota.
Un convegno a ottobre
La Federconsumatori Abruzzo, attiva da anni su questo fronte, annuncia infine l’organizzazione di un convegno pubblico previsto per ottobre, con l’obiettivo di «affrontare finalmente alla radice una situazione che penalizza da troppo tempo i cittadini abruzzesi».