La memoria di quella notte rimane nel silenzio che ancora oggi avvolge la ferrovia.

Era il 23 maggio 2018 quando, alle 23 passate da poco, le barriere del passaggio a livello di Aré si chiusero attorno a un enorme camion, parte di un convoglio eccezionale rimasto intrappolato sui binari.

Il macchinista del regionale diretto a Ivrea non ebbe scampo né possibilità di frenare: l’impatto fu violentissimo, il convoglio deragliò, il buio fu squarciato da scintille, lamiere e sirene.

Persero la vita il macchinista e un membro della scorta del mezzo pesante; altre 23 persone rimasero ferite.

Le indagini chiarirono che chi conduceva il treno non ebbe alcuna responsabilità: una perizia fece piena luce sulla dinamica. La giustizia ha seguito poi il suo corso.

Dopo le prime condanne arrivate con rito abbreviato, nell’aprile di quest’anno l’autista del tir è stato condannato a due anni di carcere, con 1,7 milioni di euro di provvisionali in favore di Trenitalia, Rete Ferroviaria Italiana e delle parti civili, tra cui alcuni familiari delle vittime.

Il dopo: progetti, cantieri e un investimento milionario

Quella tragedia non è stata dimenticata, e non lo sarà. Ma ha segnato l’inizio di un percorso concreto per eliminare per sempre il rischio rappresentato dai passaggi a livello della frazione di Aré. Rete Ferroviaria Italiana ha guidato un intervento complesso e articolato, un investimento da sette milioni di euro pensato non solo per la sicurezza, ma per ridisegnare la viabilità della zona.

Il progetto ha previsto la realizzazione di una nuova bretella di collegamento tra la vecchia statale 26 e la rotatoria Anas, oltre alla riqualificazione della strada che conduce alla sottostazione elettrica, prosecuzione naturale di via Doberdò. Nell’area è sorta anche una nuova rotatoria, pensata per migliorare i flussi veicolari e ridurre le situazioni di conflitto con il traffico ferroviario.

“Con questi interventi – spiega Rfi – garantiamo una maggiore regolarità del traffico ferroviario e una più fluida circolazione dei veicoli. I benefici sono evidenti: più sicurezza, meno interferenze e una diminuzione complessiva dell’inquinamento”.

Il nuovo inizio: inaugurato il sottopasso di Aré

E così, ieri 2 dicembre, a Caluso è stato inaugurato il nuovo sottopasso pedonale e ciclabile che collega la frazione di Aré al centro del paese passando sotto la ferrovia. Un’opera attesa, simbolica, che trasforma un luogo segnato dal dolore in un’infrastruttura moderna, sicura e finalmente libera dalle sbarre che un tempo dividevano la comunità.

Con l’apertura del sottopasso, i passaggi a livello vengono definitivamente soppressi: un gesto di responsabilità e progresso, ma anche un tributo implicito a chi, in quella notte del 2018, ha perso la vita svolgendo il proprio lavoro.

Il sottopasso non è solo un collegamento: è il segno di un nuovo inizio, un varco che unisce ciò che un tempo era separato. E che, soprattutto, chiude una pagina dolorosa trasformandola in futuro.