È stato pubblicato nei giorni scorsi sulla Gazzetta Ufficiale il decreto che introduce ufficialmente anche in Italia la figura del macchinista unico sui treni merci, segnando una svolta significativa per il trasporto ferroviario nazionale cargo.
La nuova normativa, operativa a partire dal prossimo 25 ottobre, allinea anche il sistema italiano alle direttive della Commissione Europea e dell’Agenzia dell’Unione Europea per le Ferrovie.
Il decreto, emanato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in attuazione della legge sulla concorrenza del dicembre 2023, modifica il decreto ministeriale del 2011 relativo all’organizzazione del pronto soccorso ferroviario.
La principale innovazione riguarda in particolar modo la gestione delle emergenze.
Non sarà infatti più necessario predisporre un piano specifico per ogni punto della rete, ma si potranno definire procedure standard a livello di linea. Questo approccio semplifica e rende più flessibile la risposta agli imprevisti, offrendo alle aziende maggiore libertà nella definizione delle misure di sicurezza.
L’introduzione del macchinista unico segue prassi già consolidate in diversi Paesi europei, dove la conduzione dei treni merci con un solo conduttore è ritenuta sicura grazie ai moderni sistemi di controllo e arresto automatico.
Tuttavia, la scelta ha inevitabilmente suscitato alcune preoccupazioni. I sindacati - da sempre poco favorevoli a questa soluzione - temono possibili ritardi negli interventi in caso di malori o emergenze su tratte difficili da raggiungere come all'interno di tunnel, su viadotti o in zone particolarmente impervie o isolate dove la presenza di due macchinisti garantiva il trasferimento del convoglio in sicurezza.
L’ERA, dal canto suo, non considera indispensabile la doppia presenza a bordo, a condizione che venga rispettato il tempo massimo entro cui devono intervenire i soccorsi.
Gli operatori del settore, dal canto loro, ritengono che la misura possa aumentare la competitività del trasporto merci ferroviario, riducendo i costi operativi e portando l’Italia in linea con gli standard europei di interoperabilità.
Poca apprensione sul fronte dell’occupazione. Si prevede infatti che nel breve periodo non siano previsti impatti rilevanti. In tal senso la domanda di personale qualificato rimane alta e l’adozione del macchinista unico non dovrebbe comportare esuberi immediati.