Due giovani protagonisti di un pericolosissimo episodio di train surfing sulla linea ferroviaria Brescia–Edolo sono stati identificati e denunciati dalla Polizia Ferroviaria di Brescia al termine di un’attenta attività investigativa, avviata in seguito a diverse segnalazioni da parte del personale Trenord.
L’episodio, documentato in un video poi rimosso dai social ma rapidamente diventato virale, mostrava un ragazzo in piedi sul tetto di un treno in corsa, mentre un coetaneo lo riprendeva da un altro vagone.
Una scena da brivido, emblema del fenomeno noto come train surfing, una pratica estremamente pericolosa che ha già causato vittime in diverse parti del mondo a causa del rischio di cadute, folgorazioni dovute al contatto con i cavi elettrici o impatti contro strutture fisse.
Come spesso accade in questi casi, il gesto è stato immortalato con uno smartphone e diffuso sui social per ottenere visibilità, alimentando pericolose dinamiche di emulazione tra i più giovani.
Le indagini
Grazie all’analisi incrociata dei filmati di videosorveglianza della stazione di Brescia e dei profili social coinvolti, gli agenti della Polfer sono riusciti a risalire all’identità dei due responsabili.
Si tratta di un sedicenne di origini cingalesi residente a Milano e di un diciassettenne di origini moldave residente a Brescia, già noto alle forze dell’ordine per un precedente episodio in cui si era arrampicato sulla Torre Breda di Milano, generando un procurato allarme.
Entrambi i giovani sono stati denunciati per attentato alla sicurezza dei trasporti, un reato particolarmente grave vista la potenziale messa in pericolo non solo della propria incolumità, ma anche di quella di passeggeri e personale ferroviario.
Un fenomeno da non sottovalutare
Il train surfing non è una bravata, ma un comportamento gravissimo che merita la massima attenzione da parte delle autorità, degli operatori ferroviari e delle famiglie.
Al di là della spettacolarità di certi video, è fondamentale ribadire con forza che non si tratta di “sfide” da emulare, ma di atti potenzialmente letali.