Un tragitto di 40 chilometri che può richiedere fino a un’ora di viaggio, tra ritardi, cancellazioni e treni sovraffollati. È questa la realtà quotidiana sulla tratta ferroviaria Torino–Chivasso–Ivrea, sempre più al centro delle critiche da parte di pendolari, imprese e rappresentanti istituzionali.

La linea, fondamentale per il collegamento tra il capoluogo piemontese e il Canavese, risulta oggi inadeguata a rispondere alla domanda di mobilità. I convogli a disposizione non garantiscono posti a sedere sufficienti, mentre i disservizi continuano a generare malcontento tra i viaggiatori abituali.

La gravità della situazione ha sollevato l’intervento di Confindustria Canavese, che rappresenta circa 350 aziende e oltre 12 mila lavoratori. Il presidente dell’associazione, Paolo Conta, ha lanciato un appello alle istituzioni affinché si affronti con urgenza il problema.

«Non possiamo più permetterci attese che durano decenni», ha dichiarato Conta. «Ivrea fa parte della Città metropolitana e deve esserlo anche nei collegamenti. Occorrono interventi rapidi e mirati per rafforzare la rete ferroviaria».

Oltre alla denuncia, Confindustria avanza anche proposte concrete, puntando su una rete di trasporto moderna e intermodale.

L’idea è quella di affiancare al servizio ferroviario una rete di autobus elettrici che colleghino le aree industriali meno servite. «Le nostre aziende sono pronte a collaborare – ha aggiunto Conta – investendo in un progetto condiviso con l’Agenzia per la Mobilità e la Città metropolitana».

A sostenere la richiesta di un cambio di passo anche il consigliere regionale Alberto Avetta, che ha portato la questione in Consiglio regionale. In un’interrogazione rivolta all’assessore ai Trasporti Marco Gabusi, Avetta ha citato dati preoccupanti: tra il 19 marzo e il 22 maggio si sono registrate gravi criticità in almeno 12 giornate.

«Non basta parlare di rilancio e attrattività – ha sottolineato Avetta – se mancano i servizi essenziali. Dopo sei anni di governo Cirio, il Canavese continua a pagare il prezzo di una mobilità inefficiente. Senza un collegamento ferroviario stabile ed efficace, è difficile attrarre personale e sostenere lo sviluppo economico del territorio».

Nel frattempo, i pendolari continuano a fare i conti con disagi quotidiani che si traducono in stress, perdita di tempo e mancate opportunità.

La mobilità, infrastruttura chiave per la crescita e la coesione di un’area, resta uno dei nodi critici per il futuro del Canavese.