"Basta con operazioni mediatiche e le iniziative ad effetto “like” sui social: gli utenti delle ferrovie italiane meritano risultati concreti".
Con queste parole Assoutenti contesta la proposta lanciata ieri relativa al rimborso del biglietto ferroviario oltre i 15 minuti di ritardo.
“La normativa europea prevede già rimborsi dei biglietti commisurati all’entità del ritardo, e dal canto suo l’operatore Trenitalia ha già abbassato la soglia del rimborso a 30 minuti.
Il vero problema, tuttavia, è un altro: i tempi di percorrenza dei treni che, a causa di lavori programmati sulla rete nell’ambito del Pnrr, si sono allungati a dismisura su numerose tratte ferroviarie.
Emblematico il caso degli Intercity Genova–Milano, passati da un’ora e mezza a oltre tre ore per la chiusura del ponte sul Po.
Situazione analoga per l’Alta Velocità Napoli–Roma, una delle tratte più frequentate del Paese, che giorno dopo giorno accumula quasi sempre un’ora di ritardo aumentando di fatto i tempi di percorrenza – spiega il presidente Gabriele Melluso -.
I più penalizzati sono i pendolari, coloro cioè che tutti i giorni utilizzano il treno per raggiungere il luogo di lavoro o le scuole, e che pur trovandosi davanti a disagi e ritardi su percorsi brevi, restano esclusi dai rimborsi previsti dalla normativa europea”.
Per questo Assoutenti propone oggi di aumentare del 50% i bonus in favore dei pendolari che subiscono ritardi, e introdurre sconti sulle tariffe ferroviarie per i viaggiatori che utilizzano treni i cui tempi di percorrenza siano rallentati a causa di cantieri e lavori programmati sulla rete.
È inaccettabile infatti che in Italia, a differenza di altri paesi europei che hanno optato per forme di indennizzo ai passeggeri coinvolti dai disservizi legati alle opere finanziate dal Pnrr, il prezzo di un collegamento rimanga lo stesso anche se il treno impiega da 30 minuti alle due ore in più per arrivare a destinazione!
In concomitanza con la presentazione della Legge di Bilancio, Assoutenti proporrà un emendamento, sostenuto da parlamentari di maggioranza e opposizione e accompagnato da una raccolta di firme, per chiedere giustizia e pari trattamento dei cittadini di fronte alla cantierizzazione della rete ferroviaria. Un processo necessario e utile per la modernizzazione del Paese, ma che non può e non deve sacrificare i diritti fondamentali dei viaggiatori.