"La necessità di RFI di adempiere alle indicazioni dell’ART in relazione alle concessioni di nuove tracce ad altre imprese ferroviarie oltre a quelle attualmente operanti (Trenitalia e Italo) sulla linea direttissima verso Roma, a breve potrebbe determinare una riduzione drastica dei regionali veloci umbri che percorreranno la linea veloce.
Di fatto i tempi di percorrenza per gli spostamenti su rotaia degli umbri su Roma, si allungherebbero di 35/40 minuti arrivando alle 2,30 ore.
Uno scenario futuro che in realtà già gli umbri vivono a causa dei lavori di manutenzione straordinaria in atto sulla linea ma che potrebbe restare immutata anche a lavori finiti.
A fronte di tale scenario notevolmente penalizzante per tutti i cittadini umbri, purtroppo non notiamo una risposta coordinata delle istituzioni.
Anzi, leggiamo di iniziative di protesta ma ci duole constatare l’assenza di una proposta credibile da avanzare al Ministero competente e, quindi, a RFI.
Soprattutto di una proposta UNITARIA. La situazione del trasporto ferroviario in Umbria è in prospettiva complessa e ha bisogno di una proposta politica trasversale ed unitaria.
Per tale ragione ci permettiamo di far presente che sarebbe il caso che unitariamente le Istituzioni spiegassero ai tavoli competenti che la regione Umbria, a differenza di altre regioni, non può vantare alternative valide ai regionali veloci.
L’Umbria non ha una linea AV e servizi a mercato alternativi a quelli previsti dal contratto di servizio.
L’Umbria, quindi, senza le tracce dei regionali veloci in direttissima, è destinata ad un inasprimento dell’isolamento ferroviario.
Le Istituzioni, inoltre, unitariamente dovrebbero spiegare a chi di dovere, che presto arriveranno i nuovi treni monopiano da 200 Km/h che all’epoca furono acquistati proprio per garantirsi l’accesso dei treni umbri in direttissima.
Una spesa fatta dalla regione con i soldi dei contribuenti che risulterebbe vana se quanto si prospetta sarà confermato.
Una situazione complessa quella del trasporto ferroviario in Umbria che non può permettersi risposte politiche di parte.
La nostra regione già di per sé periferica, non ha bisogno di spaccature politiche e strumentalizzazioni su questo tema.
Serve una risposta unitaria delle Istituzioni”.
Così il Segretario Generale FIT CISL Umbria Fabio Ciancabilla in una nota.