Il trasporto ferroviario delle merci in Europa rischia di subire un pesante freno a causa delle nuove disposizioni introdotte dall’Ufficio federale dei trasporti svizzero (UFT).

Le misure, rese note pochi giorni fa, nascono in risposta al grave incidente avvenuto nell’agosto 2023 nella galleria di base del San Gottardo e hanno l’obiettivo di aumentare la sicurezza dei convogli merci in transito in Svizzera.

L’UFT ha stabilito che l’attuazione dovrà iniziare immediatamente e completarsi entro la fine dell’anno, senza alcuna eccezione per i treni merci stranieri.

Le principali novità introdotte

Tra i provvedimenti più rilevanti figura l’introduzione di un diametro minimo per le ruote dei carri merci pari a 864 millimetri, leggermente superiore allo standard europeo di 860 mm.

Vengono inoltre ridotti gli intervalli tra le ispezioni tecniche, che dovranno essere eseguite ogni 50.000 o 200.000 chilometri a seconda della tipologia di carro. Le verifiche comprenderanno:

  • un controllo visivo delle ruote,
  • un test di percussione per individuare eventuali crepe o difetti,
  • una verifica specifica per rilevare danni o episodi di surriscaldamento.

Per ogni vagone dovrà essere documentata l’ultima ispezione tecnica, così da consentire alle imprese ferroviarie di verificare lo stato di manutenzione prima di inserirlo in un convoglio diretto in Svizzera.

L’UFT raccomanda inoltre l’uso di ruote di nuova generazione, meno soggette a crepe e surriscaldamenti, e suggerisce l’adozione di strisce colorate che fungano da indicatore visivo immediato di eventuali surriscaldamenti.

La posizione di Berna

Un portavoce dell’UFT ha confermato che la Svizzera è consapevole di agire unilateralmente, ma ritiene il processo decisionale europeo troppo lento.

Secondo l’UFT, queste regole sono necessarie per prevenire incidenti gravi come quello del San Gottardo, anche se comporteranno un aumento dei costi e degli sforzi da parte di operatori e manutentori, la cui entità non è ancora stata quantificata.

Le critiche italiane: “Rischio caos per il sistema europeo”

Le nuove norme sono state accolte con forte preoccupazione e contrarietà in Italia.

Mauro Pacella, presidente di Assoferr (associazione italiana dei detentori e utilizzatori di carri ferroviari), ha dichiarato che “l’iniziativa svizzera, a seguito dell’incidente nella galleria di base del San Gottardo, oltre ad essere un pericoloso precedente, rischia seriamente di gettare il trasporto merci ferroviario europeo nel caos”.

Secondo Pacella, le regole fissate da Berna penalizzano esclusivamente i detentori di carri e i loro ECM (Entity in Charge of Maintenance, responsabili della manutenzione), senza coinvolgere adeguatamente imprese ferroviarie e gestori dell’infrastruttura, anch’essi attori chiave della catena logistica.

Un freno agli obiettivi europei

Pacella ha inoltre evidenziato come l’iniziativa svizzera minacci il percorso di armonizzazione normativa portato avanti dall’Agenzia ferroviaria europea attraverso il processo JNS.

Il rischio, sottolinea, è quello di compromettere gli ingenti investimenti miliardari già realizzati da Italia, Germania e Austria lungo il corridoio Reno-Alpi, infrastruttura strategica per il trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia.

Pur condividendo la posizione dell’International Union of Wagon Keeper (UIP), secondo cui la sicurezza non è negoziabile, Pacella ricorda che gli standard di manutenzione attuali sono già molto elevati e riconosciuti a livello europeo.

“Se applicate – afferma – queste misure rappresenterebbero un passo indietro nella lotta ai cambiamenti climatici e un duro colpo all’industria e ai clienti che si affidano all’intermodalità”.

Appello al governo italiano

Per contrastare l’iniziativa, Assoferr e Conftrasporto hanno inviato una lettera ai ministri Matteo Salvini (Trasporti) e Antonio Tajani (Esteri), chiedendo un intervento diplomatico urgente presso le autorità svizzere.

L’obiettivo è riportare la questione al tavolo comune europeo, in modo che ogni decisione venga presa in un quadro armonizzato e condiviso, evitando misure unilaterali che rischiano di frammentare il sistema ferroviario continentale.