A fare un po' di chiarezza sulle voci che si sono sollevate questi giorni sulla linea del Cadore ci pensa ancora una volta TreniBelluno, l'Associazione che ha lo scopo di studiare, sostenere e promuovere il trasporto ferroviario con particolare attenzione alle province di Belluno e Treviso.

"Si sta chiudendo un’estate davvero rovente, non solo per il riscaldamento globale ma anche per le infuocate polemiche sulla ferrovia nel Bellunese - scrive l'Associazione - . Polemiche che hanno riguardato un po’ tutte le linee, esistenti o futuribili, ma che in particolare si sono accanite sulla ferrovia del Cadore.

Attraverso la carta stampata alcune persone, rimaste anonime, hanno fatto credere che sarebbe già stata presa la decisione di porre fine al servizio regolare dei treni regionali sul tratto Ponte nelle Alpi – Calalzo, a partire da giugno 2026, sostenendo che i treni sono sempre vuoti.

Queste sono due bugie.

La prima – la decisione di chiudere – è già stata smentita nettamente e pubblicamente.

La seconda – i treni vuoti – è stata smentita dalle diverse migliaia di persone che proprio in queste ultime settimane hanno viaggiato sui treni del Cadore. Lo diciamo con una certa cognizione di causa perché, oltre a monitorare la puntualità come facciamo da diversi anni, abbiamo voluto salire su parecchi treni e contare i passeggeri a bordo.

Corse tra Ponte nelle Alpi e Calalzo con 70 – 80 persone non sono state affatto casi isolati. Tante le biciclette, tantissimi i bagagli trasportati, valigie con le rotelle e zaini da escursioni in quota, moltissimi turisti provenienti soprattutto dall’estero.
Allo stesso modo non è stata cosa rara contare 150 – 200 persone appena più a valle, sui treni tra Ponte nelle Alpi e Conegliano: numeri che fino a pochi anni fa sembravano impossibili da raggiungere e che sono stati resi possibili anche grazie al miglioramento del servizio offerto.

A questo quadro vanno aggiunti altri elementi, che non possono continuare a essere ignorati: il turismo nelle Dolomiti è in costante crescita. Non solo Ferragosto e Capodanno portano migliaia di persone verso le valli bellunesi ma, anche in quelle che fino a poco tempo fa erano considerate stagioni morte, oggi si assiste a un generalizzato aumento delle presenze, con flussi che spesso superano le capacità delle strade.

Chiunque abbia provato a spostarsi in auto o in moto nelle troppe giornate di punta conosce bene code, rallentamenti, incidenti, caos e difficoltà di parcheggio perfino sui passi dolomitici.

In questo contesto, il trasporto pubblico non è affatto un servizio marginale o inutile: è l’unica alternativa davvero possibile. Attorno al treno deve essere costruito e reso disponibile un valido sistema di linee di autobus, con orari coordinati per raggiungere le valli e le località in quota. Così non solo si riducono traffico e inquinamento, ma si offre anche una soluzione più sicura e sostenibile sia a chi fa il turista sia a chi risiede nel territorio.

Naturalmente, il servizio ferroviario del Bellunese non è perfetto: servono miglioramenti, lo abbiamo scritto tante volte. Servono collegamenti più stabili e meglio definiti nell’arco dell’intero anno, coincidenze garantite con gli autobus, più informazione e più attenzione per chi visita le nostre montagne.

Ma non è biasimando i treni regionali che si risolvono i problemi: al contrario, è proprio investendo in un trasporto pubblico efficiente che si costruisce una società più forte e proiettata allo sviluppo.

Chi racconta che i treni del Cadore sono vuoti o che funzionano male dipinge una realtà falsa e dannosa. La verità è che i convogli trasportano ogni giorno persone in carne e ossa: lavoratori, studenti, turisti italiani e stranieri. Sono loro la dimostrazione che il treno non solo serve ancora, ma sarà sempre più indispensabile.

O si crede nel trasporto pubblico, o si condanna il Bellunese al traffico e al declino turistico. In un territorio fragile e prezioso come le Dolomiti, patrimonio UNESCO, questa non è solo una scelta di mobilità, ma una scelta di futuro".