
Giornata ad alta tensione per il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, dopo la decisione della Corte dei Conti che ha negato il visto di legittimità alla delibera del Cipess, bloccando di fatto l’avvio dell’opera dal valore stimato di 13,5 miliardi di euro.
Nelle ore successive al verdetto, a Palazzo Chigi si è tenuta una riunione d’urgenza per valutare i prossimi passi. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, promotore principale dell’infrastruttura, ha incontrato “tecnici, manager e uffici” del ministero con l’obiettivo dichiarato di “trovare una soluzione” che consenta di sbloccare i lavori.
“La determinazione resta massima”, sottolinea una nota diffusa dalla Lega, lasciando intendere che il Governo punta a non rinunciare a un progetto considerato strategico per l’intero Paese.
Tra le ipotesi più accreditate, quella di riportare il dossier in Consiglio dei ministri per una nuova approvazione, qualificando il Ponte come opera di “interesse pubblico di rilevanza superiore”, così da renderne possibile la realizzazione anche in presenza delle riserve espresse dalla Corte dei Conti.
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Salvini ha commentato la decisione definendola “più politica che tecnica”: “Non mi sorprende. Non è uno sgarbo alla Lega, ma a tutti gli italiani.

È un progetto su cui hanno lavorato 21 università italiane e studi di progettazione tra i più prestigiosi del mondo, dalla Danimarca al Giappone. È un’opera che suscita interesse globale e che gode del sostegno dell’Unione Europea, con commissari europei, passato e presente, favorevoli alla sua realizzazione.”
Il ministro ha poi ribadito la volontà di procedere: “Pensano di fermare il Ponte? Si sbagliano di grosso. La mia proposta è tornare in Consiglio dei ministri e poi in Parlamento. Questo progetto rappresenta l’Italia, il nostro sapere ingegneristico e scientifico.
Qui ci sono in gioco miliardi di euro, centinaia di migliaia di posti di lavoro e migliaia di aziende pronte a partire. Fermarci sarebbe un’assurdità.”
Il futuro del Ponte sullo Stretto resta dunque incerto, ma il Governo sembra intenzionato a difendere a ogni costo quella che viene definita una sfida infrastrutturale di portata storica, destinata – se realizzata – a cambiare per sempre la mobilità tra Sicilia e continente.