Il cantiere del raddoppio ferroviario Roma-Viterbo, nel tratto Riano-Morlupo (Lotto 1, dal km 0+000 al km 3+657), è entrato nella sua fase propedeutica.

Si tratta di un momento cruciale in cui si pongono le fondamenta – tecniche, logistiche e ambientali – di un’opera destinata a migliorare radicalmente la mobilità tra la Capitale e il quadrante nord della regione. 

Si tratta di una fase preparatoria intensa, seppur ancora lontana dai riflettori e dai mezzi in movimento a cui si associa comunemente l’idea di “cantiere aperto”. Ma è proprio in questo momento che si costruisce, con rigore e metodo, la qualità dell’intervento futuro.

In queste settimane è in corso l’allestimento delle aree di cantiere nelle zone adiacenti la stazione di Castelnuovo di Porto e presso l’ex parcheggio a monte della stazione di Riano Flaminio. Qui stanno prendendo forma le basi logistiche dell’opera, tra cui gli uffici che ospiteranno lo staff tecnico dell’impresa esecutrice e la Direzione Lavori. Contestualmente, si sta procedendo alla bonifica dell’area ferroviaria, con la rimozione dei materiali di armamento residui presenti nei pressi della stazione di Castelnuovo: un’attività fondamentale per restituire ordine e sicurezza agli spazi che ospiteranno nei prossimi mesi uomini, mezzi e infrastrutture.

Un’attenzione particolare è rivolta ai sottoservizi. È stato infatti avviato un censimento accurato delle reti presenti nel sottosuolo – gas, acqua, luce, telecomunicazioni – in stretto coordinamento con gli enti gestori. L’obiettivo è evitare qualsiasi interferenza o interruzione nell’erogazione dei servizi essenziali alla popolazione. La fase tecnica prevede anche l’istituzione di tavoli congiunti con Italgas, Acea, Enel, Telecom e altri operatori, per garantire che le successive lavorazioni si svolgano senza provocare disagi alla cittadinanza. Questo lavoro silenzioso ma strategico dimostra la volontà di coniugare lo sviluppo infrastrutturale con la tutela della quotidianità del territorio.

Parallelamente, si stanno avviando le comunicazioni rivolte ai proprietari degli edifici tangenti o limitrofi all’area dei lavori. A loro sarà proposto di effettuare i cosiddetti “testimoniali di stato”, documentazioni tecniche preliminari che consentiranno un monitoraggio costante delle condizioni strutturali degli immobili durante le fasi più dinamiche dell’opera. Anche questo passaggio, spesso trascurato nella narrazione pubblica delle grandi opere, è in realtà un gesto concreto di rispetto verso la comunità e il suo patrimonio edilizio.

Completano il quadro delle attività attualmente in corso i rilievi ambientali ante operam, necessari a definire parametri oggettivi che accompagneranno tutte le fasi di avanzamento dell’intervento, a tutela dell’ecosistema locale e dell’equilibrio naturale dell’area attraversata dalla nuova infrastruttura.

Le prime lavorazioni operative, visibili anche all’occhio dei cittadini, prenderanno avvio nel mese di settembre. Comprenderanno i movimenti terra, le opere di demolizione e sostegno, le realizzazioni di gallerie e i primi interventi sulla rete idraulica e fognaria. Ma è fin d’ora che si lavora, e si lavora molto: ciò che oggi non si vede è ciò che renderà sicuro, ordinato e sostenibile ciò che si vedrà domani.

L’idea che i lavori inizino solo con l’arrivo delle ruspe è ormai superata. Oggi, un cantiere moderno è prima di tutto un luogo di studio, tutela, mappatura e dialogo con il territorio. È in questa logica che si colloca ogni attività attuale: preparare il terreno, letteralmente e simbolicamente, per un’opera che dovrà servire i cittadini, non ostacolarli; migliorare la vita, non disturbare l’equilibrio; e soprattutto, farlo con metodo, serietà e trasparenza.