Cresce la protesta contro il previsto dirottamento dei treni regionali sulla linea ferroviaria lenta, una misura che sta sollevando l’indignazione di pendolari, istituzioni e rappresentanti politici.
Al centro della contestazione, la decisione di trasferire – a partire da dicembre, con l’entrata in vigore del nuovo orario – numerosi convogli dalla linea Direttissima alla linea convenzionale, con pesanti ripercussioni sui tempi di percorrenza e sulla qualità del servizio.
Il malcontento è stato portato all’attenzione della Regione Toscana dal Comitato Pendolari Valdarno Direttissima, preoccupato per l’impatto sui viaggiatori.
Un appello che ha subito trovato la sponda del presidente della Regione, Eugenio Giani, e dell’assessore ai trasporti, Stefano Baccelli. I due hanno ribadito la ferma contrarietà della giunta alla misura, spiegando di essersi attivati sin dal primo momento.
“La Regione si è mossa tempestivamente – hanno dichiarato Giani e Baccelli – appena appresa l’intenzione di spostare tutti i treni interregionali sulla linea lenta.
Lo abbiamo scritto nero su bianco in una lettera inviata il 4 maggio al presidente dell’Autorità di regolazione dei trasporti (Art) e agli amministratori delegati di Rete Ferroviaria Italiana e Trenitalia.
Non avendo ricevuto risposte, ci siamo rivolti anche al ministro dei Trasporti, alla Conferenza delle Regioni e agli assessorati competenti di Umbria e Lazio”.
Alla mobilitazione dell’esecutivo toscano si aggiunge quella del Consiglio regionale.
I consiglieri del Partito Democratico Vincenzo Ceccarelli e Lucia De Robertis hanno presentato un’interrogazione urgente, chiedendo alla giunta di convocare immediatamente un tavolo con RFI e Trenitalia per discutere soluzioni alternative.
“Non si possono scaricare sui pendolari i disagi causati dai lavori in corso sulla rete – sottolineano Ceccarelli e De Robertis –. Dirottare i convogli sulla linea lenta significa peggiorare una situazione già critica e rendere il servizio ferroviario del tutto inadeguato”.
La battaglia, dunque, è aperta. Con l'orologio che corre verso dicembre, la Toscana alza la voce per difendere il diritto alla mobilità dei suoi cittadini.