Dopo oltre due mesi di interruzione, torna operativa la linea ferroviaria Torino-Ceres, inclusa la fermata strategica presso l’aeroporto Sandro Pertini di Caselle. 

La conferma è arrivata nelle scorse ore da Rete Ferroviaria Italiana, che ha guidato i principali interventi tecnici necessari a ripristinare l’infrastruttura. Il servizio riprenderà sabato 7 settembre, con la riattivazione completa del collegamento tra Porta Susa e le Valli di Lanzo, passando per lo scalo torinese.

Una notizia attesa da tempo, in particolare da pendolari, viaggiatori e residenti delle aree servite, costretti per tutta l’estate a fare i conti con bus sostitutivi, disagi operativi e inevitabili ritardi. La chiusura della tratta risale al 16 giugno, quando sono iniziati i lavori nel tratto nord della linea, con lo spostamento provvisorio del capolinea a Torino Rebaudengo.

Il nodo tecnico: un binario doppio, ma a senso unico

Alla base dello stop forzato, una criticità strutturale che fin dall’apertura della nuova Torino-Ceres – avvenuta nel gennaio 2024 – aveva compromesso la fluidità del servizio.

Pur essendo presente una doppia linea, i convogli potevano circolare in un solo senso di marcia per volta, con tutte le conseguenze del caso: rallentamenti costanti, corse soppresse e un effetto imbuto che ha messo a dura prova l'affidabilità dell’intera tratta.

In caso di guasto, il sistema entrava in blocco totale: i treni dovevano essere trainati fino al capolinea, paralizzando l'intera circolazione. Un’anomalia ora risolta grazie a un intervento infrastrutturale che consente finalmente la circolazione bidirezionale, riportando efficienza e continuità su una linea cruciale per il nodo torinese.

Aeroporto, turismo e pendolari: chi guadagna di più

Il ripristino del servizio rappresenta un tassello fondamentale per la mobilità intermodale del Piemonte. L’aeroporto di Caselle, con oltre 4 milioni di passeggeri annui, è uno snodo chiave per il traffico aereo regionale e nazionale.

La sospensione del collegamento ferroviario diretto ha avuto ripercussioni significative non solo sull’accessibilità dello scalo, ma anche sull’immagine di efficienza che Caselle sta cercando di costruirsi per competere con altri hub del Nord Italia.

Non è un caso che, nella pianificazione del cantiere, RFI e gli enti coinvolti abbiano scelto di concentrare i lavori nei mesi estivi, quando la domanda di trasporto scolastico e universitario è minore. Tuttavia, la scelta ha penalizzato una fetta consistente di utenti: turisti e viaggiatori aerei, proprio nei mesi di maggiore afflusso.

Una linea storica in cerca di stabilità

Quella della Torino-Ceres è una storia lunga oltre 150 anni: inaugurata nel 1868 come linea a scartamento ridotto, è stata nel tempo più volte modificata fino alla recente integrazione nel sistema ferroviario metropolitano e il prolungamento verso l’aeroporto. Una trasformazione ambiziosa, ma segnata da passaggi complessi, ritardi e criticità.

I lavori appena conclusi fanno parte di un piano più ampio di ammodernamento, frutto della collaborazione tra RFI (responsabile della rete), Regione Piemonte e RSC (stazione appaltante per l’intervento). Un progetto che ha richiesto investimenti importanti e che oggi segna un punto di svolta tecnico, ma che dovrà dimostrare di saper garantire stabilità nel tempo.

Fiducia da ricostruire

Se il ritorno alla piena operatività è accolto con favore, la fiducia degli utenti resta fragile. Le proteste dei comitati pendolari, le segnalazioni sui disservizi e il malcontento generalizzato emerso negli ultimi mesi hanno evidenziato un problema di fondo: la fragilità del trasporto ferroviario regionale, ancora percepito come troppo vulnerabile rispetto alle esigenze quotidiane di studenti, lavoratori e turisti.

Ora gli occhi sono puntati sui prossimi mesi: regolarità, puntualità e manutenzione saranno i criteri con cui verrà valutato il servizio. Perché, se è vero che la ferrovia verso l’aeroporto rappresenta una necessità strategica per la mobilità piemontese, è altrettanto vero che ogni nuova interruzione rischia di compromettere la credibilità di un progetto che ha fatto della modernizzazione il proprio obiettivo dichiarato.