Dopo il flash mob del 17 giugno, questa mattina quasi tutti i sindaci del Valdarno aretino e fiorentino o in alcuni casi i loro delegati sono saliti sul Regionale 4070 insieme ai pendolari, per esprimere solidarietà concreta a chi ogni giorno affronta ritardi, disagi e mancanza di comunicazione per recarsi al lavoro, all’università o a scuola.

"Il viaggio di oggi è stato un esempio reale e tangibile dei problemi quotidiani", si legge in una nota.

Il treno è partito da San Giovanni Valdarno alle 8:03 con un minuto di ritardo, con arrivo previsto a Firenze Santa Maria Novella alle 8:38.

È invece giunto a destinazione alle 8:54 con un ritardo di 16 minuti per un tragitto che, su linea Direttissima, richiederebbe la metà del tempo.

Il convoglio è stato instradato sulla Linea Lenta, provocando ritardi, sovraffollamento, aria condizionata insufficiente e numerosi rallentamenti.

Il ritardo annunciato, stando a quanto riportato da chi era a bordo, era stato di dieci minuti (invece dei reali 16 segnalati da Viaggiatreno).

"Pur sulla linea lenta – si legge ancora – si sono verificate tre fermate forzate tra Sant’Ellero e Le Sieci, prima di Compiobbi e nei pressi di Rovezzano, senza che i passeggeri ricevessero alcuna spiegazione.

Questi disagi rischiano di diventare strutturali a partire dal 1° gennaio 2026, quando – secondo quanto previsto da Trenitalia e RFI – i treni regionali verranno deviati definitivamente dalla linea Direttissima alla Linea Lenta.

Una decisione che penalizza fortemente il Valdarno e contro la quale il territorio sta alzando la voce in modo compatto. Il flash mob di questa mattina è stato organizzato anche e soprattutto contro questa decisione".

Le amministratrici e gli amministratori della zona hanno più volte sollecitato i vertici di Trenitalia e RFI, segnalando una situazione ormai insostenibile: ritardi cronici, disservizi, scarsa comunicazione, con gravi ricadute sulla vita di migliaia di pendolari.

Un appuntamento decisivo sarà quello del 17 luglio, con la cabina di regia tra Regione Toscana, Trenitalia e RFI, dove i rappresentanti del territorio ribadiranno la netta contrarietà a ogni soluzione che riduca ulteriormente la qualità del servizio ferroviario nel Valdarno.