«Egregi signori, facciamo seguito a quanto rappresentato per le vie brevi per confermarvi che il servizio di autostrada ferroviaria alpina è cessato, senza che sussistano, allo stato, prospettive di ripresa».

Con queste parole Afa, l’Autostrada ferroviaria alpina attiva dal 2003 e destinata a garantire il trasporto merci su rotaia in attesa della nuova linea Torino-Lione, annuncia la cessazione definitiva delle proprie attività.

La società ha comunicato a fornitori e imprese coinvolte che «si vede costretta a comunicare la cessazione di qualsivoglia rapporto contrattuale di fatto in essere, dal 21 aprile, fermo restando il riconoscimento degli importi dovuti per le prestazioni rese fino alla suddetta data».

Cala così il sipario su un servizio che, con quattro treni giornalieri, collegava Torino e Lione movimentando componenti per l'automotive, beni di largo consumo e soprattutto merci pericolose.

Ora quei rimorchi torneranno a viaggiare esclusivamente su strada, inclusi i carichi sensibili e il conseguente aumento delle emissioni di CO₂ dovute al trasporto su gomma.

Il traforo ferroviario del Frejus, chiuso per 18 mesi in seguito a un incidente avvenuto nell’agosto 2023 sul versante francese, ha riaperto ad aprile al traffico passeggeri, ma il servizio Afa non ha più ripreso.

Il motivo è da ricercare nei tagli ai finanziamenti da parte dei governi italiano e francese.

Nonostante l’impresa — partecipata da Sncf e Trenitalia — avesse ottenuto la possibilità di ripartire con tre tracce giornaliere garantite, l’assenza di contributi pubblici rende l’attività economicamente insostenibile.

Per vedere tornare le merci sui binari, bisognerà attendere il 2032-33, con l’entrata in funzione della nuova linea.

Solo poche settimane fa, il vice ministro dei Trasporti Edoardo Rixi aveva dichiarato durante un question time in Parlamento che il «governo italiano e quello francese stanno valutando la riattivazione di una misura di contribuzione congiunta per ridurre i costi del servizio sulla falsariga della norma merci».

Ma, al momento, la direttrice Torino-Lione per il traffico merci resta ferma su un binario morto.