Altroconsumo torna sui ritardi del servizio ferroviario con questa nuova indagine sulla puntualità dei treni che parte dai dati pubblicati dalle Ferrovie. 

Sono 54 le tratte ferroviarie indagate sul monitor live di RFI

L’indagine di Altroconsumo ha valutato il grado di puntualità del sistema ferroviario offrendo una fotografia del servizio.

L’analisi è stata fatta considerando i principali treni, ad esclusione dei servizi regionali, quindi: Alta velocità (Frecciarossa o Italo) e Intercity. Abbiamo considerato solo i collegamenti diretti lungo le tratte diurne (tra le 6 e le 23.45) che collegano le principali città italiane.

Tra il 25 luglio 2025 e il 5 settembre 2025, abbiamo tracciato 54 tratte da nord a sud del Paese, per un totale di 28 mila rilevazioni.

Per ogni treno monitorato è stata rilevata la puntualità all’arrivo. L’analisi è stata realizzata monitorando per 43 giorni le informazioni del servizio web “Monitor Arrivi/Partenze live” di Rete Ferroviaria Italiana, sito aperto al pubblico, che permette di visualizzare partenze e arrivi nelle stazioni e i ritardi accumulati.

I dati medi sono calcolati sulla percentuale di ritardo lungo le varie tratte, escludendo i casi estremi e poco rappresentativi.

L'Alta Velocità continua a essere poco puntuale

L’Alta Velocità è ormai da anni il servizio di punta del sistema ferroviario, è il più rapido e anche il più costoso proprio perché dovrebbe garantire il percorso in tempi molto più ridotti. Pensiamo alla tratta Milano - Bologna, oggi coperta in un’ora di viaggio contro le circa due ore offerte da altri tipi di treno.

Per l’Alta Velocità è proprio il caso di dire che il tempo è denaro, eppure la competitività dell’AV è incrinata dalla cronica mancanza di puntualità, come rivela anche questa indagine di Altroconsumo.

Sui binari veloci operano due concorrenti, Trenitalia e Italo, abbiamo messo a confronto il loro livello di puntualità.

I treni Frecciarossa hanno in media il 31% di ritardo

L’analisi dei treni veloci di Trenitalia ha riguardato 45 tratte, da nord a sud del Paese. Sulle rotte principali, le più gettonate e quindi le più frequenti, come Milano - Roma, Napoli - Roma e Milano - Bologna, abbiamo potuto monitorare circa mille treni per tratta.

Il servizio Frecciarossa è in forte crisi: in media per le tratte analizzate il 31% dei bolidi rossi arriva oltre l’orario previsto.

Per il servizio Frecciarossa si nota una situazione particolarmente critica nei collegamenti che coinvolgono la direttrice adriatica, dove abbiamo registrato ritardi in ben oltre il 50% dei treni rilevati.

Il caso più critico è la tratta Bari Centrale – Milano Centrale, con oltre il 70% dei treni in ritardo.

Un'altra tratta con ritardi critica è la Salerno – Torino Porta Nuova: il 53% dei convogli sfora l'orario di arrivo. Rispetto alla tratta più significativa, cioè la Milano Centrale – Roma Termini e viceversa, i treni rilevati in ritardo sono rispettivamente il 18% e il 25%.  

I convogli di Italo sforano l'orario una volta su cinque

Per il concorrente Italo abbiamo analizzato 25 tratte e in media nel 20% dei casi i convogli di Italo sforano l’orario. Nel complesso, dunque, è più puntuale dei Frecciarossa quanto meno sulle 25 tratte rilevate in cui viaggiano entrambi gli operatori.

La tratta particolarmente critica è il collegamento tra Napoli Centrale - Venezia Mestre, con ritardi rilevati nel 40% dei casi.

Anche la tratta Reggio Calabria Centrale – Roma Termini zoppica: qui i treni con ritardo sono il 38%. Anche sulla tratta fondamentale, cioè la Milano Centrale – Roma Termini, ci sono ritardi (nel 15% dei casi), ancora di più sulla Roma - Milano (circa per il 19% dei treni).

Mettendo a confronto i due concorrenti ferroviari sulle tratte principali, per le quali abbiamo le rilevazioni di entrambi gli operatori, Italo risulta quasi sempre in vantaggio su Trenitalia.

In media i treni di Italo in ritardo sono il 20% delle tratte monitorate, contro il 26% dei Frecciarossa. La stessa dinamica si presenta sulla tratta maestra Milano Centrale – Roma Termini e viceversa, dove Trenitalia è più ritardataria.

Gli Intercity di Trenitalia sono il servizio peggiore dell'indagine

Il sistema ferroviario non è fatto solo di treni ad alta velocità. Nella nostra analisi abbiamo verificato anche la puntualità di altri servizi, come quello degli Intercity. Non abbiamo invece analizzato la puntualità dei Frecciabianca e dei Frecciargento.

In media gli intercity sono i treni più ritardatari dell’indagine. Nelle 24 tratte di Intercity che abbiamo analizzato, i treni hanno avuto ritardo nel 41% dei casi.

Anche gli Intercity, quindi, soffrono e di più dell'AV. La situazione è particolarmente critica nel collegamento tra Reggio Calabria Centrale e Salerno, con ritardi rilevati per oltre l’80% dei casi.

Anche la tratta adriatica Lecce – Bologna Centrale e il collegamento Roma Termini – Taranto conoscono poco la puntualità: qui i ritardi si registrano in circa il 60% dei treni rilevati.

Con un indennizzo giusto, più del doppio dei passeggeri sarebbe rimborsato

Attualmente per i treni AV Trenitalia e Italo rimborsano parte del biglietto solo per ritardi superiori a 30 minuti. Si tratta di soglie molto alte, considerando che parliamo di bolidi veloci e che l'AV è per definizione un servizio rapido e puntuale.

Con le regole attuali, solo una piccola parte dei treni in ritardo può godere di un ristoro. Per la maggioranza dei treni fuori orario, che stanno sotto la soglia dei 30 minuti, non è previsto nulla. Ecco perché chiediamo che i rimborsi scattino già dopo solo 15 minuti di sforamento dell'orario.

Facciamo degli esempi concreti. Considerando tutte le tratte rilevate, i treni Frecciarossa con ritardo di almeno 15 minuti sono in media il 13%, mentre quelli che superano di oltre 30 minuti l'orario sono il 5,7% ed è solo questa minoranza ad essere rimborsata. Quelli di Italo con ritardo maggiore o uguale a 15 minuti sono in media il 7,8% del totale, mentre quelli con un ritardo di almeno 30 minuti sono il 3,6%.

Anche in questo caso, la platea dei rimborsi si allargherebbe in modo significativo. Il dato è chiaro: abbassando la soglia oltre la quale si ha diritto al rimborso, in base alla nostra rilevazione si darebbe un ristoro a una platea molto più vasta di passeggeri: in media i passeggeri da rimborsare sarebbero oltre il doppio. E i cittadini riceverebbero indennizzi con una frequenza molto più alta. Le Ferrovie sembrano aver fatto bene i propri conti.

Il treno super veloce Milano - Roma non esiste più

Negli anni i treni AV hanno perso lo smalto, i bolidi un tempo super veloci oggi non sono più quelli di una volta. I tempi di percorrenza dell'alta velocità sono diventati più lunghi, ciò nonostante i ritardi continuano ad esserci.

La riprova è il monitoraggio che abbiamo fatto della tratta Milano Centrale - Roma Termini, coperta dai treni dell'alta velocità che un tempo vantavano tempi di percorrenza di 3 ore, anzi il suggestivo 2 ore e 59 minuti. Oggi quelle tempistiche non esistono quasi più: il percorso attuale è pari in media a 3 ore e 20 minuti, ma quando ci sono situazioni particolari, come i cantieri e i lavori (piuttosto frequenti), il viaggio supera le 4 ore o addirittura le 5 ore.

Treni così lenti non si possono chiamare ad alta velocità, però i passeggeri continuano a pagarli a prezzo pieno. I cittadini, quindi, non sono danneggiati solo dai cantieri, ma anche dalla politica delle Ferrovie: aumentare i tempi di percorrenza è la strategia di Trenitalia per ammortizzare i ritardi cronici anche sulla linea AV, che comportano il rischio di rimborsi troppo frequenti. Il problema della puntualità, infatti, non è nuovo come ha dimostrato anche la nostra precedente indagine dello scorso aprile.

Altroconsumo chiede rimborsi adeguati per i viaggiatori

I disagi ferroviari sono sempre più frequenti e i passeggeri ne pagano le conseguenze. Il sistema dei rimborsi, previsto dall’attuale Regolamento Ue n. 782/2021, dimostra tutta la sua inadeguatezza a compensare in modo equo i passeggeri.

Altroconsumo chiede alle autorità italiane ed europee di innalzare le percentuali di indennizzo e di abbassare la soglia di ritardo per la quale può scattare il diritto al rimborso del viaggio.

In particolare, chiediamo quindi:

  • che l’indennizzo sia fissato per tutti i tipi di treno e che scatti già dopo 30 minuti di ritardo (dopo 15 minuti per quelli ad Alta velocità). In questi casi l’indennizzo sia pari al 30% del costo del biglietto, mentre oggi non è previsto alcun tipo di indennizzo;

  • che sia riconosciuto un indennizzo del valore del 50% del costo del biglietto in caso di ritardo superiore a 60 minuti (dopo 30 minuti per l’AV);
  • che ci sia il rimborso integrale del biglietto in caso di ritardo pari o superiore a 120 minuti. Ad oggi il rimborso del biglietto è previsto per un massimo del 50% e solo per ritardi superiori alle due ore;
  • che i rimborsi siano accreditati in modo automatico (come di recente è stato stabilito per i ritardi dei treni regionali) e che il passeggero possa scegliere di avere il risarcimento in denaro o in forma di voucher. Firma la petizione, insieme possiamo fare la differenza.

Fonte Altroconsumo