Delusione e rammarico serpeggiano tra i sindaci del Valdarno aretino e fiorentino dopo l’incontro della cabina di regia organizzata dalla Regione Toscana con Trenitalia e RFI a livello nazionale.
Alla videoconferenza, tenutasi ieri dalla ex sala giunta del Comune, hanno partecipato anche rappresentanti delle Regioni Umbria e Lazio, insieme ai relativi assessorati e primi cittadini.
A sintetizzare il malcontento è stata Valentina Vadi, sindaca di San Giovanni Valdarno:
"Un incontro deludente e, ancora una volta, interlocutorio. Va detto però che siamo riusciti ad ampliare il raggio d’azione, coinvolgendo i vertici nazionali di RFI e Trenitalia, oltre agli assessorati regionali ai trasporti di Toscana, Umbria e Lazio".
Il nodo centrale della discussione è la delibera dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti, che prevede – a partire dal 1° gennaio 2026 – l’esclusione dei treni regionali dalla linea Direttissima, in quanto non in grado di superare i 200 km/h.
"Un provvedimento che avrebbe conseguenze pesantissime per i nostri pendolari", ha aggiunto Vadi. "Si sommerebbero nuovi ritardi a quelli già quotidianamente subiti. Lo abbiamo constatato anche il 2 luglio, durante il flash mob, quando il nostro treno, deviato sulla Linea Lenta, è arrivato a Firenze con 18 minuti di ritardo".
Le Regioni coinvolte hanno annunciato due richieste: da un lato, l’apertura di un tavolo con il Ministero dei Trasporti e con l’Autorità per valutare possibili deroghe e consentire ai regionali di continuare a percorrere la Direttissima fino all’entrata in servizio dei nuovi convogli; dall’altro, l’istituzione di un tavolo tecnico per affrontare le gravi criticità legate ai ritardi.
"Il grande assente di questo confronto – ha sottolineato Vadi – è stato proprio il Ministero dei Trasporti. Serve una presa di posizione forte per risolvere problemi che si trascinano da troppo tempo".
Un allarme condiviso anche da Jacopo Tassini, sindaco di Laterina Pergine Valdarno:
"Perdere l’accesso alla Direttissima significa rinunciare a un’opportunità per sempre. È sempre il trasporto locale a pagare il prezzo più alto. Comprendo la necessità di sviluppare l’alta velocità, ma in un sistema di mobilità moderno, in cui si punta sul trasporto ferroviario rispetto a quello su gomma, è fondamentale garantire collegamenti efficienti, puntuali e sicuri per chi si sposta ogni giorno dalle aree periferiche verso i grandi centri".