Una rivoluzione infrastrutturale senza precedenti. È questa la fotografia scattata dal report del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, visionato in esclusiva da Adnkronos, che delinea un imponente piano di investimenti sulla rete ferroviaria italiana da quasi 300 miliardi di euro.

Una cifra che, per dimensione e ambizione, non trova paragoni se non nel dopoguerra.

L’obiettivo? Rimettere la ferrovia al centro della mobilità di persone e merci, con una visione al 2032 che coinvolge l’intero territorio nazionale.

Il piano in numeri: 298,6 miliardi, sei Regioni in testa

Il piano vale 298,6 miliardi di euro e vede già oltre la metà delle risorse effettivamente stanziate, con cantieri che prenderanno forma tra il 2026 e il 2033.

Le sei Regioni che concentrano il 53% degli investimenti sono:

  • Calabria: 34,5 miliardi
  • Piemonte: 29,6 miliardi
  • Lombardia: 26,5 miliardi
  • Sicilia: 24 miliardi
  • Campania: 23,4 miliardi
  • Lazio: 22,6 miliardi

Particolarmente significativo il caso della Campania, protagonista di due grandi interventi AV – la Napoli-Bari e la Salerno-Reggio Calabria – dove risultano già stanziati 20,2 miliardi, pari a quasi il 90% dell’intero investimento previsto.

Progetti strategici: dal Terzo Valico al nodo di Firenze

Tra i progetti simbolo, spicca il nodo di Genova con il Terzo Valico dei Giovi: 10,62 miliardi di euro di investimento, dei quali 9,95 miliardi già coperti.

Segue la Galleria di Base del Brennero (quota italiana), con 5,26 miliardi complessivi e 3,92 già stanziati.

In Toscana, occhi puntati sul nodo Alta Velocità di Firenze, dove l’intero finanziamento da 2,73 miliardi è già disponibile.

Non mancano opere fondamentali anche in altre aree del Paese:

  • In Emilia Romagna, 3,5 miliardi per il potenziamento della linea Adriatica
  • In Sardegna, l’elettrificazione della Cagliari-Oristano entro il 2027
  • In Sicilia, il rilancio della Palermo-Catania, molto atteso dai cittadini
  • Altri interventi riguardano direttrici ad alto potenziale come la Venezia-Trieste, centrale per i flussi commerciali verso Est.

Il plauso del FMI e l’orizzonte europeo

Il piano ha ricevuto l’elogio del Fondo Monetario Internazionale, che ne ha riconosciuto il ruolo chiave nella valorizzazione del sistema ferroviario italiano, anche in relazione agli obiettivi del PNRR e ai corridoi europei TEN-T.

Secondo il viceministro ai Trasporti Edoardo Rixi, si tratta di un’opera di “modernizzazione, aggiornamento e completamento” senza precedenti: «Un lavoro che in Italia non si vedeva dalla ricostruzione postbellica. Opere di rilievo internazionale accanto a progetti di connettività locale».

Disagi oggi, benefici domani: il cantiere Italia è aperto

«Stiamo ristrutturando una casa con gli ospiti in sala da pranzo», ha ammesso Rixi. I disagi per i viaggiatori, dovuti ai numerosi cantieri, saranno inevitabili, ma il traguardo è ambizioso: un sistema di mobilità integrato in grado di offrire una valida alternativa all’auto anche per le tratte medio-lunghe.

Entro il 2026 arriveranno i primi risultati visibili, tra cui l’adeguamento del nodo di Genova. Il vero salto però è previsto per il 2032, data in cui si punta al completamento dei corridoi strategici e delle tratte AV ancora in fase progettuale o esecutiva.

Grandi opere e interventi locali: un doppio binario per il futuro

Il progetto si muove su un doppio livello: da un lato le grandi infrastrutture – Ponte sullo Stretto, TAV, AV Sud – dall’altro gli interventi locali che impatteranno direttamente sulla vita quotidiana dei cittadini: dalla riqualificazione delle stazioni all’adeguamento dei marciapiedi per l’accessibilità.

«Un’opera figlia della visione del ministro Salvini – conclude Rixi – il primo ad aver investito realmente nelle infrastrutture del futuro».

Fonte Adnkronos