Dopo la tragica morte del gatto Neko, investito da un TGV alla stazione di Paris-Montparnasse, SNCF ha finalmente introdotto un protocollo per gestire la presenza di animali sui binari.

Secondo le nuove direttive, un treno può essere ritardato fino a 20 minuti per consentire il recupero di un animale segnalato. Ma le associazioni animaliste non ci stanno: “Dov’è finita la compassione?”.

Un buco nei protocolli ferroviari

Fino a poco tempo fa, non esisteva una procedura ufficiale nel caso in cui un animale domestico si trovasse sotto un treno pronto a partire.

La svolta è arrivata dopo il 2 gennaio 2023, quando Neko, fuggito dal trasportino delle sue proprietarie, è finito sui binari di Montparnasse. Nonostante le richieste disperate di madre e figlia, il treno per Bordeaux, con 800 passeggeri a bordo, è partito comunque, uccidendo l’animale.

L’episodio ha sollevato un’ondata di indignazione. La Fondation Brigitte Bardot ha accusato la compagnia di insensibilità, mentre l’allora ministro dell’Interno Gérald Darmanin ha definito il fatto “scioccante”.

Le proprietarie di Neko hanno intentato una causa contro SNCF Voyageurs. In primo grado, l’azienda è stata ritenuta responsabile per “negligenza” e condannata a un risarcimento di 1.000 euro ciascuna. Tuttavia, in appello è stata assolta.

Il nuovo protocollo: 20 minuti per tentare il salvataggio

Dopo due anni di riflessioni e pressioni istituzionali, tra cui una lettera dell’ex ministro dei Trasporti Clément Beaune, la SNCF ha emanato un protocollo interno per affrontare simili situazioni.

Secondo quanto dichiarato da un portavoce di SNCF Réseau, le nuove direttive codificano comportamenti già spesso adottati sul campo “con buon senso e umanità”.

Le misure prevedono:

10 minuti per cercare l’animale dal marciapiede, non appena viene segnalato smarrito;
altri 10 minuti per tentare di farlo uscire, sempre senza scendere sui binari;
se l’animale non si sposta, il treno deve comunque partire, ma a velocità ridotta, pari al passo d’uomo, per dargli un’ultima possibilità di mettersi in salvo.

Le critiche: “Una risposta fredda e tardiva”

Secondo molte associazioni animaliste, le nuove linee guida sono insufficienti e arrivano troppo tardi. Reha Hutin, presidente della Fondazione 30 Millions d’Amis, ha commentato: “Non si può mettere un limite di tempo al valore di una vita. Ventri minuti? E poi cosa succede, si può schiacciare? È una risposta priva di empatia”.

Per molti, si tratta di un compromesso debole tra sicurezza, puntualità e tutela degli animali. Se da un lato la nuova procedura colma un vuoto normativo, dall’altro lascia aperta una questione morale: È giusto mettere un timer sulla vita di un gatto?