Che la carriera degli ETR 460 sia ormai al tramonto è cosa nota, e i ripetuti guasti gravi degli ultimi tempi non fanno che intaccarne ulteriormente l’immagine.

L’ultimo episodio risale a lunedì 7 luglio: il Frecciabianca 8619, effettuato con l’ETR 463 n. 21, è partito da Milano Centrale alle 13:10 e avrebbe dovuto raggiungere Pavia in circa mezz’ora per effettuare la prima fermata, proseguendo poi la corsa fino a Roma Termini.

Tuttavia, il convoglio – con circa 300 passeggeri a bordo – si è arrestato poco dopo, nei pressi di Certosa, a causa di un guasto tecnico.

I viaggiatori sono stati fatti scendere inizialmente sul marciapiede del binario 2 e, solo dopo un’attesa di circa tre ore, sono stati trasferiti su un Frecciarossa per poter proseguire il viaggio.

A rendere l’attesa ancora più difficile ha contribuito il caldo intenso: il guasto ha infatti compromesso anche l’impianto di climatizzazione, rendendo impossibile trattenere i passeggeri a bordo in condizioni accettabili.

L’interruzione a Certosa ha avuto un effetto domino anche sulla circolazione ferroviaria a Pavia, causando ritardi fino a un’ora sull’intera linea.

Il treno, che percorre la tratta via Genova attraversando la Toscana, avrebbe dovuto arrivare a Roma Termini alle 20:25, ma è giunto a destinazione solo alle 23:38, con un ritardo di 193 minuti.

Un episodio che, ancora una volta, riaccende i riflettori sulla necessità di accelerare il ricambio della flotta e voltare definitivamente pagina rispetto a un glorioso ma ormai superato capitolo dell’alta velocità italiana.

Foto di repertorio