Nuovi sviluppi nell’inchiesta sul deragliamento del treno Alta Velocità Torino-Napoli, avvenuto il 3 giugno 2022 all’interno della galleria Serenissima, nei pressi di via Prenestina a Roma.
La Procura della Capitale ha chiuso le indagini preliminari e notificato l’iscrizione nel registro degli indagati di altri due dirigenti di Rete Ferroviaria Italiana (RFI), ipotizzando nei loro confronti il reato di disastro ferroviario colposo.
Si tratta del direttore dei lavori e del responsabile della programmazione e del controllo del Nodo ferroviario, finiti sotto la lente della magistratura per presunte irregolarità nella gestione dei cantieri precedenti all’incidente.
L’accusa contesta loro la violazione di norme di sicurezza in relazione a interventi di manutenzione che, secondo gli inquirenti, potrebbero aver contribuito al deragliamento.
Nuovo filone investigativo: riflettori sui lavori di manutenzione
L’inchiesta attualmente in corso rappresenta un ampliamento del procedimento penale già avviato dalla Procura nel 2022. In precedenza, erano stati coinvolti altri due funzionari di RFI: uno è stato rinviato a giudizio, mentre l’altro ha scelto la via del patteggiamento. Quattro operai specializzati, inizialmente indagati, sono invece usciti dal procedimento con una dichiarazione di non luogo a procedere.
Fin dal principio, l’indagine si è concentrata sui lavori di manutenzione effettuati pochi giorni prima del deragliamento.
Gli inquirenti sospettano che alcune delle operazioni, tra cui la rincalzatura della massicciata – effettuata durante un periodo di alte temperature estive – siano state svolte in violazione delle norme tecniche di sicurezza, soprattutto per quanto riguarda la gestione delle lunghe rotaie saldate.
Le ipotesi di accusa: negligenza e imprudenza
Nel primo filone dell’indagine, ai dirigenti coinvolti erano stati contestati comportamenti caratterizzati da “negligenza, imprudenza, imperizia e inosservanza di leggi e regolamenti”.
In particolare, si contesta la decisione di intervenire sulla massicciata ferroviaria senza tener conto della temperatura di regolazione dei binari, fattore cruciale per la stabilità della linea in presenza di alte temperature.
Secondo l’accusa, tali scelte avrebbero violato precise norme precauzionali, aumentando il rischio di un evento come quello verificatosi all’interno della galleria Serenissima.
Sequestri e analisi tecniche dopo il deragliamento
Subito dopo l’incidente, l’area fu posta sotto sequestro e vennero avviate analisi tecniche approfondite. Sotto esame finirono un tratto di rotaia deformata e il locomotore posteriore del treno, che risultò gravemente danneggiato e fu il primo a uscire dai binari.
Le perizie miravano a ricostruire le cause del deragliamento e a verificare se le anomalie strutturali rilevate potessero essere ricondotte a difetti nei lavori di manutenzione. Oggi, a distanza di quasi tre anni, la Procura amplia il raggio dell’inchiesta, portando nel mirino altri due dirigenti della rete ferroviaria.