I commissari giudiziali considerano equilibrati gli accordi di ristrutturazione del debito proposti da Ferrovie Sud-Est (FSE) per risolvere lo squilibrio patrimoniale di 319 milioni di euro emerso dopo la sentenza del Consiglio di Stato dell’agosto 2024.

Tuttavia, a opporsi all’approvazione del piano è l’Anav, l’associazione di categoria dei trasporti su gomma, secondo cui la mancata restituzione del prestito ponte e il mancato ritorno della proprietà di FSE al Ministero delle Infrastrutture renderebbero impossibile qualsiasi operazione straordinaria.

L’ultima udienza si è tenuta al Tribunale di Bari, che ha rinviato la decisione sulla proposta.

Gran parte del debito, pari a 190 milioni, è verso l’unico azionista FS, che punta a rientrare delle somme anticipate — dopo il pagamento dei debiti commerciali — tramite il trasferimento del ramo d’impresa legato ai contratti di servizio con la Regione Puglia.

Secondo i commissari, la proposta risponde agli interessi dei creditori e garantisce, in prospettiva, il soddisfacimento integrale anche dei creditori non aderenti.

Anav ha però contestato il fatto che il debito di FSE verso FS comprenda anche il prestito ponte, cioè fondi anticipati in attesa di un contributo pubblico da 70 milioni previsto nel 2016 ma mai erogato.

Secondo l’associazione, compensare quel credito con il valore del ramo d’azienda di FSE equivarrebbe a una “sanatoria” degli aiuti giudicati illegittimi dal Consiglio di Stato, oltre che a un’elusione dell’obbligo di restituire l’azienda al Ministero. Sul tema, anche altre aziende del settore hanno presentato ricorso per chiedere l’attuazione della sentenza di agosto 2024.

FS, con il supporto dei commissari, sostiene invece che il piano di ristrutturazione risponde proprio alla sentenza, eliminando l’aiuto pubblico considerato illegittimo. A sostenere la posizione di Anav c’è anche una ex fornitrice di FSE, che ritiene il piano una manovra per aggirare le decisioni della giustizia.

Oltre ai contenziosi davanti al Tribunale fallimentare e al Consiglio di Stato, è in corso un’altra azione legale promossa da Anav per chiedere la nullità dei contratti di servizio tra FSE e Regione Puglia.

Tuttavia, quei contratti prevedevano solo una facoltà (non un obbligo) di recesso in caso di esito negativo delle cause sugli aiuti di Stato. Quella clausola, inserita a suo tempo dalla Regione, si è rivelata oggi un elemento chiave per permettere a FS di strutturare un nuovo piano di salvataggio.

Fonte La Gazzetta del Mezzogiorno